
Buongiorno signor De Pascale, sono Yichi.
A seguito del ricovero di Aleksej Naval’nyj· i giornali di tutto il mondo hanno sospettato possa essersi trattato di avvelenamento.
Le prove di tale avvelenamento non ci sono· come anche non ci sono legami certi tra il Cremlino e altri casi simili, come quello di Litvinenko e di Politkovskaja.
Eppure i giornali sospettano, perché esistono elementi contestuali· che rendono verosimile· l’ipotesi dell’avvelenamento da parte del governo russo.
Pensa sia giusto· per un giornalista· procedere in questo modo?, cioè non limitarsi alle prove· ma illuminare il contesto e proporre varie ipotesi compatibili con esso?.
Glielo chiedo perché· gli stessi giornali che oggi sospettano la Russia senza prove· è da mesi che ripetono che è complottistico· sospettare senza prove gli Stati Uniti del COVID-19.
Infatti, nemmeno in quest’ultimo caso mancano i moventi· e il contesto non rende inverosimile tale ipotesi.
Quale è la differenza tra un sospetto legittimo e uno complottistico?.
Pongo a lei questa domanda perché è un ottimo giornalista, che conosce bene lo spirito del mestiere.
Grazie e buona giornata.
Alessandro De Pascale è giornalista di inchiesta e inviato di guerra; tra i suoi libri d’inchiesta puoi leggere:
- “Telecamorra” (Lantana, 2012);
- “Il caso Parolisi” (Imprimatur, 2013);
- “La compravendita” (Castelvecchi, 2014);
- “Guerra & droga” (Castelvecchi, 2017).
Torna alle Extraviste