Cognome

Il cognome ɛ̀ il nome di una famiglja.

0. Essɛnza

Il genitore col cognome pjù raro traʃmette il prɔprjo cognome al figljo.

1. Traʃmissjone

1.1. Perchè non si traʃmèttono i cognomi di entrambi i genitori?

  1. Perchè il problɛma sarɛbbe rinviato alle generazjoni successive: o avere centinaja di cognomi a testa oppure venir meno a qʋesto principjo.
  2. Bisognerebbe poi decidere quale cognome mettere prima, quindi privilegiare: quello della madre, del padre, per ordine alfabetico…

1.2. Perchè allora non traʃmèttere un solo cognome per genitore?

  1. Perchè altrimenti i nomi sarebbero innecessariamente lunghi: di cognome ne basta uno.
  2. Perchè un unico cognome è più elegante: molti cognomi stanno male tra loro
  3. Però c’è da tenere in considerazione che avere due cognomi riflette l’origine della famiglia.
  4. Vedi 1.1.2

1.3. Perchè non pɔ̀ssono scègljerlo i genitori?

  1. Per evitare litigi tra famiglje.
  2. Per la stessa ragione per cui non dovrebbe sceglierlo l’ostetrica: l’importante dei cognome è la varietà non le preferenze personali.

1.. Perchè non possono sceglierlo i figli?

  1. Vedi 1.3.1
  2. Vedi 1.3.2

1.4. E se i cognomi sono altrettanto rari?

  1. In questo caso si trasmette il cognome portato da persone con l’età media più alta, perché va tutelato il cognome che ha più probabilità di scomparire.

1.5. Non si avrà così un’uniformità della frequenza dei cognomi tale da rendere indecidibile la scelta?

  1. No, perché vi è sempre un ulteriore parametro di scelta: l’età media dei portatori di ciascun cognome.
  2. L’omogeneità della frequenza dei cognomi è un evento desiderabile: si raggiunge un equilibrio ottimale, correggìbile aggiungendo cognomi.

1.6. Perchè non decidere il cognome per una sola via (per es. quella paterna) per poter risalire più facilmente all’ascendenza?

  1. Si risale in ogni modo selettivamente all’ascendenza: il nonno paterno o la nonna materna non sono più nonni del nonno materno o della nonna paterna.

1.7. Perchè non dare il cognome della madre· in quanto è lei che ha partorito?

  1. Perchè in tal modo non si preserva la varietà dei cognomi.
  2. Perchè la madre non è più genitrice del padre.

1.8. Perchè non dare solo il cognome del padre?

  1. Vedi 1.7.1
  2. Perchè il padre non è più genitore della madre.

Lessiarca

Tributari

  • Roʃa Amendola, signora
  • Lavinja Chianello, signora
  • Guido Pacchetti, signore
  • Stefano Esse Emme Martelli, signore
  • Luciano Ʒazzetti, signore
  • Claudja Paoletti, signora
  • Bjanca Ramadori, signora
  • Serena Di Giovanni, signora
  • Giuliana Giusti, signora
  • Mari D’Elsa, signore
  • Ester Martinez, signora

Che cos’è una torre? (Esame imperiale dell’Atrafonte)

Che cos’è una torre? (Venerdì 18 settembre 2020, 18:32)

Proporremo inizialmente la definizione secondo cui la torre è un edificio snello slanciato verso l’alto. Ora, va domandato: in che senso snello? In che senso slanciato verso l’alto? E anche: in che senso edificio?

Un edificio può essere in vari modi slanciato verso l’alto. Si potrebbe suggerire che ogni edificio, in quanto tale, sia slanciato verso l’alto (seppur possano esservi edifici che pongono la loro essenza e la loro vocazione verso il basso), dunque è utile e necessario precisare che la torre, delle molteplici peculiarità che competono agli edifici, presenta essenzialmente quella di essere un edificio slanciato verso l’alto, che cioè ha la sua vocazione verso l’alto. 

Ma la torre è un edificio alto? O addirittura, come si sarebbe portati a ipotizzare a partire dall’idea generica di torre, la torre è l’edificio più alto in un complesso di edifici? A ciò saremmo portati ad acconsentire partendo dalla visione comune in base alla quale, per es., i campanili sono più alti delle chiese cui stanno presso o in una veduta generale di una città gli edifici che spiccano sugli altri in misura maggiore sono le torri o, in generale, gli edifici slanciati verso l’alto. 

Qui collochiamo inevitabilmente una pausa che arresta il ragionamento fin qui fatto: i grattacieli sono torri? Secondo la definizione data parrebbe di sì: i grattacieli sono edifici snelli slanciati verso l’alto, dunque sono torri. Il discrimine autentico di tale posizione starebbe per lo più nel fatto che non tutti i grattacieli possono apparire dotati di una forma snella: possono esservi infatti larghi appartamenti metropolitani che colgono nell’alto, o nell’altissimo, la propria vocazione, pur avendo una base molto larga e tutt’altro che snella, mentre l’Empire State Building potrebbe essere tranquillamente preso per un edificio di tipo torreggiante, se poniamo nella snellezza e nello slanciamento verso l’alto la vocazione dell’essere torre.

Ma ancora: in che senso un edificio è “torreggiante”? Secondo una definizione comune e generica un edificio torreggiante è un edificio “che si eleva al di sopra, che domina con la sua mole”, ma seguendo questa definizione vediamo che allora sono tondeggianti anche edifici che non sono per nulla torrizi, se per “torrizi” intendiamo quegli edifici che rispettano la precisa essenza dell’essere torre. Torreggiante sarebbe dunque un edificio (ma domandiamo: anche un non edificio, cioè un luogo non edificato?) incombente, massiccio e di forte impatto visivo, ma che non soddisfa in alcun modo necessariamente i criteri esatti per cui una torre sarebbe una torre. La parola torreggiante, dunque, non è di alcun aiuto e deve essere posta in secondo piano rispetto alla più precisa parola “torrizio”. Dunque, i grattacieli  sono edifici torrizi, ma non tutti i grattacieli sono torri necessariamente.

Abbiamo allora fatto alcuni passi avanti nella definizione della torre. Restano però ancora notevoli punti oscuri: innanzitutto, non abbiamo per nulla chiarito in che senso una torre dovrebbe essere un edificio snello: non esistono forse torri tutt’altro che snelle (per es. La torre rossa del quadro di De Chirico)? Se allora togliessimo la snellezza dalla definizione della torre che cosa ci resterebbe? È la snellezza un carattere essenziale per raggiungere l’essenza della torre? Forse che, allora, vi è una gradualità di snellezza necessaria a definire una torre? Se La torre rossa di De Chirico estendesse ulteriormente la sua base non sarebbe più una torre? In quel caso che cosa sarebbe?

Castel del Monte, come si sa, è composto di otto grandi torri che lo racchiudono in un grande ottagono, ma se lo si guarda diversamente, e se non ponessimo nella snellezza l’essenza della torre, non ci potrebbe apparire esso stesso come un’unica grande torre (per quanto una torre molto particolare in quanto a sua volta costituita da altre torri e dotata di cortile)? Se dicessimo soltanto: la torre è un edificio slanciato verso l’alto, allora molti edifici che normalmente non definiamo come torrizi ci appaiono come tali. Inoltre, non attardiamoci a ricercare nella forma della torre la sua specificità (una torre può indifferentemente essere a base rettangolare, circolare, ottagonale ecc).

È dunque la snellezza un carattere specifico dell’essenza della torre?

Una piramide è un edificio slanciato verso l’alto. Forse è l’edificio più slanciato verso l’alto che sia possibile immaginare. Non è snella.

Un grattacielo è un edificio slanciato verso l’alto. Forse è l’edificio che più di tutti coglie nell’alto la sua vocazione. Non è necessariamente snello.

Una torre è un edificio slanciato verso l’alto. È un edificio che può assumere diverse fogge: una centrale per il controllo delle luci in un impianto sportivo può essere una torre, ma è diversa da un campanile. Un faro è una torre, ma non è la Torre degli Asinelli (un faro è una torre che si specifica esclusivamente per la sua funzione particolare). Eppure tutte queste sono torri: hanno nell’alto la propria vocazione e hanno un certo grado di snellezza. Ma avevamo domandato: edifici slanciati verso l’alto con base molto larga sono pur sempre torri? Qual è il grado di larghezza oltre il quale un edificio slanciato verso l’alto non è più una torre? Ma soprattutto: un edificio slanciato verso l’alto che non sia più dotato di snellezza che cosa diventa? Un edificio slanciato verso l’alto non snello diventa un grattacielo? No. Diventa una piramide? No. Che cosa diventa? Che cos’è?

Il problema, a guardar diversamente, non riguarda la torre, ma la più generale definizione degli edifici. Avevamo chiesto all’inizio se la definizione di edificio fosse chiara e palese. Un edificio è un luogo soggetto a edificazione, cioè modificato mediante lavoro. La questione della definizione della torre ci mostra come intere gamme di edifici manchino di definizione adeguata. Infatti, domandiamo: che cos’è quell’edificio slanciato verso l’alto non necessariamente snello e non necessariamente destinato a fungere da abitazione? Edifici di tale natura esistono. Ma sono essi delle torri?

Un edificio torrizio è una torre, o meglio: una torre è un edificio torrizio. L’etimologia di torre è una delle più incerte quant’altre mai, e poco ci aiuta, del resto, nella definizione attuale, cioè esatta, di torre, giacché un edificio oggi può esser torre, senza aver funzione di difesa militare o, in generale, di esplorazione. Una particolarità che potrebbe essere essenziale nella definizione della torre riguarda però l’atto del vedere: una torre serve a vedere, a scrutare con la vista. Questo è importante perché un edificio può esser “torreggiante”, ma non permettere la vista in quanto ostruito da altri, ma, del resto, anche una torre compiuta può non permettere piú una vista ampia ed estesa in quanto col tempo intorno ad essa sono stati edificati altri complessi architettonici. In quel caso la torre perde la sua essenza di torre? No. Una torre è torre anche se la vista ampia e spaziosa sul territorio circostante è impedita. Resta vero, però, che, comunque, una torre dalla cui sommità la vista  verso il territorio è ostruita, svolge pur sempre bene la sua funzione di vista ampia e spaziosa dall’alto verso il basso. Ad ogni modo, è questo parrebbe un punto ormai raggiunto, la torre coglie la sua essenza nelle sue specifiche fisiche, prima ancora che in quelle funzionali o simboliche. È nell’aspetto che dobbiamo cogliere l’essenza della torre, prima che nelle sue funzioni.

Abbiamo questionato finora in che modo la torre sia slanciata verso l’alto e in che modo essa sia un edificio. Abbiamo però trovato difficoltà nel definire in che modo essa sia snella. Deve ciò farci propendere per l’eliminazione di questo criterio dalla sua definizione? Una torre è un edificio slanciato verso l’alto. Questo è assodato. Ora, non resta che specificare in quale modo essenzialmente un edificio torrizio sia slanciato verso l’alto per essere una torre.

Diremo allora così: una torre è un edificio torrizio; gli edifici torrizi hanno la specificità di slanciarsi verso l’alto (anche una piramide è un edificio torrizio, in quanto culminante in una punta – come suggerirebbe anche una presunta origine copta della parola torre); le torri sono quegli edifici a pianta variabile, dotati di una certa snellezza.

L’essenza della torre dunque è: essere un edificio torrizio caratterizzato da una certa snellezza.

È necessario per l’esatta definizione di torre, procedere dunque con l’esatta definizione di snellezza.

Poniamoci subito la domanda: cerchiamo la definizione di snellezza con in mente quel tipo di snellezza che compete a quei dati edifici di tipo torrizio o cerchiamo una più ampia definizione di snellezza che possa soddisfare anche i casi in cui, per es., si dice che una persona è snella? È necessario ovviamente trovare una definizione che soddisfi rigorosamente entrambi i casi (e, incidentalmente, notiamo che la torre, tra tutti gli edifici torrizi, è quello che più somiglia alla figura della persona umana). 

Facendo un esame anche molto sommario vediamo che snello è comunemente indicato come ciò che è agile e slanciato, spesso, ma non essenzialmente, con un certo grado di sottigliezza. Snello è pertanto un corpo che tende alla slanciatezza. La snellezza è quella proprietà di un corpo di tendere ad una certa (a seconda dei casi) slanciatezza della propria figura. Non dunque la snellezza è definita dalla slanciatezza, ma la slanciatezza è definita dalla snellezza.

La snellezza di una torre è dunque assai variabile perché variabile anche, ma non essenzialmente, ovvero non in modo tale da modificarne l’essenza, è la sua slanciatezza (a seconda, per esempio, delle funzioni che è chiamata a svolgere).

Chiarita in tal modo la definizione di snellezza, abbiamo allora ben chiaro in mente perché una torre è da definirsi un edificio torrizio snello, e perché la sua peculiare slanciatezza ci permette di individuarla facilmente, distinguendola di volta in volta da altri tipi di edifici torrizi.

Ciò conferma e precisa la definizione iniziale di torre: la torre è un edificio torrizio, cioè slanciato verso l’alto, snello.

(Venerdì 25 settembre 2020, 16:40)

Torna alla pagina dell’Atrafonte