Sul virginiano

Relativamente ai generi, il termine “western” è un termine fuorviante, che rimanda più a una maniera, a uno pseudogenere, che non a un genere vero e proprio: per questo il termine corretto per identificare tali opere, prescindendo dall’ambientazione, è “virginiano”, che rimanda a un ambiente non intaccato radicalmente da una società matura, in cui personaggi con un cuore più grande di loro stessi, generosi, sono intenti a imporre in un tale mondo caotico l’ordine del proprio carattere, a strutturare loro stessi la società, a farsi giustizia.

L’ambientazione di un virginiano non è, né potrebbe essere, definitoria: la frontiera occidentale della cultura statunitense nella seconda metà dell’Ottocento è semplicemente una ambientazione propizia a questo genere, non l’unica, a differenza di quanto il termine “western” indurrebbe a pensare; infatti un virginiano può essere ambientato, senza snaturarsi, nel Giappone di metà Ottocento, nell’Europa delle invasioni barbariche, in un mondo postapocalittico, nell’Australia coloniale, nella Grecia arcaica, nella Russia rivoluzionaria, nell’odierna Somalia, in un mondo alieno, in una periferia abbandonata…

Un virginiano, per essere tale, deve essere ambientato in una società anarchica, irrazionale, segnata dalla barbarie, tale da invitare, se non costringere, e giustificare, se non legittimare, i personaggi a ordinarlo secondo il proprio carattere; è indifferente che sia un ambiente primitivo o coloniale, decadente o arcaico, ciò che importa è che sia aperto all’azione dei personaggi, come una pianura lo è a un fucile.

I personaggi di un virginiano sono, per natura, intenti a modificare il proprio ambiente secondo la propria volontà, devono quindi essere forti e determinati: generosi; non sono necessariamente cowboy, ma anche ceddo, aiduchi, briganti, uomini primitivi, cavalieri erranti, luddisti, colonialisti, partigiani, chouans, boxer, cangaçeiros, samurai, pirati, gangster, eroi omerici, clefti…

Nei virginiani l’origine dell’antagonismo è di stampo manicheo: l’ordine che impone un personaggio all’ambiente è il caos per l’altro, la vita la morte, la luce il buio; di qui il tema dello scontro fra civiltà e barbarie, vita selvaggia e vita cittadina, crudeltà e abnegazione.

Il virginiano è antitetico all’horror nel rapporto tra personaggio e ambiente: nel primo il personaggio intende ordinare l’ambiente secondo il proprio carattere, nel secondo è l’ambiente a intendere ordinare il personaggio nella propria trama, denaturandolo.

Un horror è un virginiano in cui l’agente è l’ambiente, il virginiano un horror in cui l’agente è il personaggio; a conferma di ciò si potrebbe immaginare un film in due episodi, il primo virginiano, il secondo horror: nel primo X subisce un’ingiustizia e giura vendetta, prova a farsi giustizia ma muore, inappagato; nel secondo Y, ignaro, entra nell’ambiente dell’episodio precedente, infestato dallo spirito vendicativo di X, al cui ordine prova a sfuggire.

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